La dieta del “questo non lo mangio” o, più scientificamente, “esclusione molecolare arbitraria e randomica” [Nome inventato]
Negli ultimi anni, noi appartenenti al genere homo, abbiamo assistito ad un fenomeno tanto diffuso quanto curioso, il quale si è abbattuto sul genere homo stesso. In questo articolo mi riferirò a questo fenomeno come la corrente para-gastronomica del QuestoNonLoMangio, o, per gli amanti della scienza scritta e parlata, Esclusione Molecolare Arbitraria e Randomica.
Da dove cominciamo.
Innanzitutto, specifico che non intendo riferirmi alle diete di esclusione di macrocategorie alimentari (vegetarianesimo, veganismo, crudismo, respirianismo), bensì all’esclusione arbitratria (non suffragato da alcuna norma, regola) e randomica (casuale, aleatorio) di piccole particelle, chiamate molecole, contenute in intere categorie di cibi.
Quello che sto dicendo è che l’umanità, quella appartenente all’autoproclamata quintessenza dell’evoluzione, dotata di quella neocorteccia che ci renderebbe così speciali e sensibbbili, la punta di diamante del genere homo, il Sapiens Sapiens in persona, un giorno, ha deciso che fosse salutare prima e fico poi, l’atto di escludere qualcosa dalla propria alimentazione. La sorte è toccata, a turno, a tanti alimenti nel corso della storia; le religioni sono da sempre maestre di questa materia. Cosa escludiamo, al pari di cosa includiamo, parla del momento storico e dello sviluppo di una società.
Oggi conosciamo la struttura microscopica della maggior parte degli alimenti e, questo, rende possibile lo spostamento dello sguardo verso la dimensione molecolare. A ciò, uniamo l’attenzione, a volte ossessiva, che rivolgiamo al cibo, mescoliamo con una buona dose di googling selvaggio ed è un attimo all’inizio della settimana detox da lattosio e glutine, propedeutica alla nuova vita lactose e gluten free.
A meno che non facciate parte di questo gruppo di Sapiens, vi starete chiedendo: PERCHE’?
Per rispondere a questa domanda, a cui in ogni caso non credo di poter dare una risposta di pieno senso compiuto, prenderei in analisi diversi aspetti. Innanzitutto, capiamo cosa sono queste molecole che il Sapiens di questi ruggenti anni 20’ ha deciso di escludere.
- Il lattosio è uno zucchero naturalmente presente nel latte animale e, chimicamente, è un dimero (composto da due pezzi) di glucosio e galattosio. A livello industriale, il lattosio viene aggiunto durante la preparazione di molti alimenti, sia come tale (fresco, conservato o diversamente lavorato), sia come additivo alimentare. Per questo motivo, lo ritroviamo non solo nei latticini, ma anche in altri prodotti alimentari, come: salumi, gnocchi di patate, salse, budini, pane, alcuni cibi in scatola, prodotti da forno, pasticcini, minestre, cioccolato al latte e caramelle alla panna.
Come viene digerito?
Il lattosio, fisiologicamente, viene scisso da un enzima intestinale chiamato lattasi che lo divide nei suoi due monomeri (glucosio e galattosio). In alcuni Sapiens, questo enzima è prodotto in quantità non sufficienti a digerire il lattosio, cosa che provoca l’impossibilità di essere smaltito correttamente, dando luogo a dolori addominali, diarrea, flatulenza (in alcuni casi la sintomatologia è assente). E’ bene che chi ha questi sintomi si rivolga ad un medico gastroenterologo (o il medico curante o il pediatra) che potrà condurvi sul percorso diagnostico più appropriato, il quale, forse sì forse no, sfocerà in una diagnosi di intolleranza al lattosio;
- Il glutine è un peptide di-amminoacidico (due amminoacidi) formato da gliadina e glutenina. Esso è naturalmente presente in alcuni cereali quali frumento, farro, segale, orzo. Alcune persone sono affette da un’intolleranza verso questa molecola, a causa dello sviluppo di una reazione immunitaria a livello intestinale (epitelio ad orletto a spazzola) contro il glutine. Anche in questo caso, il gastroenterologo (o il medico curante o il pediatra) è il professionista indicato ad indirizzare il paziente verso il percorso diagnostico opportuno.
La storia che l’essere umano adulto non è fatto per bere latte e che il glutine fa male a tutti, è servita a riempire spazio nei server, pagine di marketing e scaffali di supermercati ma, ahimè, non esiste una documentazione che abbia validità scientifica e, al contempo, lo confermi. Al contrario, uno dei documenti più citati e approvati dalla comunità scientifica mondiale è la dieta mediterranea, la quale consiglia un consumo giornaliero di latte e derivati e di cereali.
Ma allora, da dove nasce la necessità di escludere a prescindere da una diagnosi? Non lo so, ma posso fare delle ipotesi.
Può capitare di convivere continui fastidi intestinali o di sentirsi costantemente “appesantiti” o “gonfi”, per esempio. Quanto sarebbe bello che una pillola magica alleviasse in un sol colpo le nostre sofferenze? Credere che un singolo alimento possa essere il responsabile di un malessere generalizzato e protratto nel tempo, è un po’ la stessa cosa, perché basterà eliminarlo e tutto tornerà ad essere fantastico. Fatta eccezione per i casi accertati, per tutti gli altri (la maggioranza), probabilmente, sarebbero da rivedere le abitudini alimentari in generale. Non il pezzo di formaggio o pane che mangio a fine pasto, bensì tutto quello che faccio prima e dopo.
Alcune persone pensano di non riuscire a dimagrire a causa di un’intolleranza subdola e latente che “blocca il metabolismo” o “continua a gonfiare”. Purtroppo c’è tutta una letteratura para-scientifica che lo narra e lo fa con messaggi convincenti ed imperitura determinazione, salvo avere la stessa plausibilità scientifica delle scie chimiche.
A volte, per qualche motivo, può succedere che si cominci ad aver paura del cibo e nascondersi dietro ad una presunta intolleranza risolve una serie di problemi e diventa baluardo a difesa da domande scomode.
Dunque, i motivi dell’Esclusione Molecolare Arbitraria e Randomica, possono essere tanti e troppe volte internet, nonchè alcuni professionisti, non aiutano a distinguere cosa sia scientifico e cosa no, alimentando credenze, queste sì, nocive per la salute.
Quando abbiamo un sintomo, rivolgiamoci ad un professionista serio che abbia un titolo certo e verificabile. In genere si riconosce dal fatto che non promette di risolverci la vita.
Per approfondire e per avere risposte sull’iter diagnostico, Ministero della Salute, allergie ed intolleranze